La Scuola Cattolica
Il romanzo, premio Strega (2018), La scuola cattolica di Edoardo Albinati diventa un intrigante film (2021), per la regia di Stefano Mordini. Ottime le soluzioni drammatiche, meno convincenti le posizioni ideologiche e dispiacciono i luoghi comuni che fanno della scuola cattolica il male. Il parere di Eusebio Ciccotti
La scuola cattolica
Il delitto del Circeo, Lucio Battisti, la giustizia: Stefano Mordini racconta a Hot Corn La scuola cattolica, film Fuori Concorso a Venezia 78, adattamento del romanzo di Edoardo Albinati ispirato al delitto del Circeo
Soprattutto la prima parte del romanzo è un ritratto plurale di un gruppo di maschi, i compagni di classe e di scuola, che costituiscono un unico personaggio, un noi, da cui ogni tanto si distacca un nome.
Siesce dalla visione de Lascuola cattolica con qualche sguardo laterale pruriginoso, alcuni bei volti attoriali,molta semplificazione e la netta sensazione di aver assistito a unospreco di energie e talenti. Uno spreco perché si poteva e forse sidoveva ambire a una rilettura del romanzo di Albinati che fosse ingrado di reggere il confronto, e dunque di posizionarsi al di sopra oforse per meglio dire accanto al racconto in quanto tale esercitandoil diritto del dubbio, e il dovere del rimpianto, e di una colpa cosìincistata nella società borghese da non poter essere redenta maidavvero. Neanche con tutti i pater noster del mondo.
Il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, è espressione della responsabilità che i Vescovi italiani assumono nei confronti della Scuola Cattolica in Italia - compresi la scuola materna autonoma di ispirazione cristiana e i centri di formazione professionale di ispirazione cristiana - alla luce e nello spirito della Dichiarazione del Concilio ecumenico Vaticano II Gravissimum educationis e sulla base delle norme del Codice di diritto canonico, in particolare dei canoni 793-821, e dei documenti dei Vescovi italiani.
Roma, anni Settanta: un quartiere residenziale, una scuola privata. Sembra che nulla di significativo possa accadere, eppure, per ragioni misteriose, in poco tempo quel rifugio di persone rispettabili viene attraversato da una ventata di follia senza precedenti; appena lasciato il liceo, alcuni ex alunni si scoprono autori di uno dei più clamorosi crimini dell'epoca, il Delitto del Circeo.
Edoardo Albinati era un loro compagno di scuola e per quarant'anni ha custodito i segreti di quella "mala educación". Ora li racconta guardandoli come si guarda in fondo a un pozzo dove oscilla, misteriosa e deforme, la propria immagine.
Da dove viene tanta violenza repressa? A provare a indagare la banalità del male è un altro studente di quello stesso liceo del quartiere Trieste, Edoardo Albinati, che con La scuola cattolica ha vinto il Premio Strega nel 2016.
Nelle oltre mille pagine che compongono il suo romanzo, Edoardo Albinati racconta che cosa significhi vivere in un determinato quartiere di una determinata città, in un periodo storico come quello degli anni '70 italiani. L'autore, che nel 1975 era un adolescente romano di buona famiglia, descrive quest'isola di privilegio che era la scuola privata di matrice cattolica, in cui i figli della borghesia romana venivano cresciuti per diventare i dirigenti di domani, lontani dal caos e dal fermento del clima politico dell'epoca. O almeno così pensavano i loro genitori. Da qui prende il via il film diretto da Stefano Mordini, che racconta la vita scolastica in un noto liceo cattolico maschile dove i ragazzi della Roma bene vengono educati secondo i precetti cristiani. Attraverso gli occhi di Edoardo (Emanuele Maria Di Stefano), voce narrante del film, conosciamo alcuni dei suoi compagni di scuola, tra cui troviamo quelli che si renderanno protagonisti degli eventi tristemente noti come il massacro del Circeo. Ma prima che ciò avvenga, entriamo nelle vite di questi ragazzi, nelle loro case, dove troviamo genitori tutt'altro che esemplari: assenti, distratti o inclini all'uso delle mani, convinti di risolvere qualsiasi bravata dei figli con una cospicua donazione.
Per quanto l'obiettivo di film di sondare le matrici della crudeltà possa dirsi raggiunto, La scuola cattolica dà sempre l'impressione di navigare sulla superficie, lasciando da parte qualsiasi tipo di approfondimento a favore di una volontà ben marcata di arrivare a quel maledetto giorno del massacro del Circeo. Sicuramente portare sullo schermo oltre 1200 pagine di romanzo non è impresa facile, ma la pellicola di Mordini fatica a far dialogare la Roma degli anni '70 con le traiettorie dei suoi protagonisti, privandoci quasi completamente del contesto sociale e decidendo di non affrontare la dimensione politica di quegli anni. Non va meglio quando prova a costruire un reticolato di vicende che coinvolgono i compagni di scuola di Edoardo Albinati e che dovrebbero far da contorno alla narrazione; troviamo, infatti, tantissime parentesi aperte e mai richiuse, un'esagerazione di episodi a sé stanti portati come esempi a favore della tesi del film ma che invece mal si incastrano all'intero dell'impianto narrativo. Quando poi si passa al delitto del Circeo, avvertiamo come uno stacco netto rispetto al modo in cui la pellicola plana sugli eventi mostrati fino a quel momento; la regia si fa insistente e analitica e niente viene risparmiato allo spettatore di quelle lunghe ore di sevizie a abusi perpetrati ai danni di Donatella e Rosaria. Peccato perché il distacco che viene percepito in queste scene cruciali del film si ripercuote sulla buona performance dei suoi giovani interpreti, tra i quali spiccano Benedetta Porcaroli (Donatella Colasanti), Giulio Pranno (Andrea Ghira) e Luca Vergoni, che assomiglia in modo quasi inquietante, nella fisicità e nello sguardo, ad Angelo Izzo.
Come abbiamo visto nella nostra recensione de La scuola cattolica, il film di Mordini basato sull'omonimo romanzo vincitore del Premio Strega si pone come obiettivo quello di indagare le matrici della crudeltà, i fattori scatenanti che hanno trasformato tre ragazzi della borghesia romana in spietati assassini. Per quanto lo scopo in questo senso possa dirsi raggiunto, la pellicola manca completamente di contesto sociale e politico, rinunciando al dialogo tra la Roma degli anni '70 e le vicende dei suoi protagonisti. Peccato perché il modo in cui in film tende a rimanere sempre sulla superficie vanifica in parte la buona performance del suo giovane cast, tra i quali spiccano Benedetta Porcaroli, Giulio Pranno e Luca Vergoni.
Mi ripugna nel 2021 si riaprano vecchie storie destinate a vellicare istinti forcaioli e la cattiva coscienza della 'gentè, per guadagnare un pò di denaro. Non si sente proprio il bisogno che si continui a mitizzare il delitto del Circeo trasformandolo in una specie di fatto storico, che non è. È stata una porcheria, punto e basta, incalza Izzo, che giudica ripugnante cercare di attribuire ai preti della mia ex scuola San Leone Magno le mie colpe o quelle dei miei sodali. Bisogna essere accecati da un pregiudizio anticattolico per affermare simili sciocchezze: i fratelli maristi li ricordo come ottime persone e non ne ho un ricordo negativo manco a sforzarmi, dice, ricordando che al San Leone hanno studiato anche altissime personalità. Quindi Izzo passa al contrattacco: Ho dato mandato all'avvocato Iorio e ad altri miei legali qualora ne rilevassimo i termini, di muovere causa per danni contro la casa produttrice del film, annuncia, e conclude: Donerei l'eventuale rimborso in beneficenza per aiutare i bambini bisognosi dell'Africa.
Il film di Stefano Mordini con Benedetta Porcaroli è tratto dal libro di Edoardo Albinati, che frequentava la stessa scuola degli assassini. Ed è letteralmente un pugno in pancia, da non perdere. Ricordando sempre che la storia non finì quella notte, e nemmeno con il processo.
Anche Nicola e Gianluca Vitiello parlano di La scuola cattolica a Dee Notte, il programma di Radio DEEJAY in onda ogni sera feriale dalle 22 alle 24. Una storia che colpisce e fa male, in tutti i suoi risvolti e le sue sfumature.
In un quartiere residenziale di Roma sorge una nota scuola cattolica maschile dove vengono educati i ragazzi della migliore borghesia. Le famiglie sentono che in quel contesto i loro figli possono crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che quella rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 qualcosa però si rompe e quella fortezza di valori inattaccabili crolla sotto il peso di uno dei più efferati crimini dell'epoca: il delitto del Circeo. I responsabili sono infatti ex studenti di quella scuola frequentata anche da Edoardo, che prova a raccontare cosa abbia scatenato tanta cieca violenza in quelle menti esaltate da idee politiche distorte e da un'irrefrenabile smania di supremazia.
Affermazioni, queste, di una gravità inaudita dal punto di vista giuridico, costituzionale, sindacale, politico e per certi versi anche etico. Ci troviamo davanti, infatti, ad un atto non solo palesemente discriminatorio nei confronti di soggetti individuali e collettivi perché in contrasto con la Costituzione e con le leggi di questa Repubblica, ma alla teorizzazione di un assunto falso nelle premesse e tendenzioso nelle conseguenze. Vogliamo sottolineare al gestore di questa scuola che lo statuto della CGIL si ispira profondamente alla nostra Carta Costituzionale condividendone appieno i principi. 041b061a72